I nuovi trend di Industria 4.0: AMADA e l’Industrial Smart Working

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Il paradigma industria 4.0, o smart manufacturing, continua ad essere un trend di grande successo e lo sarà anche nel corso del 2022. I dati più recenti, forniti dall’Osservatorio Transizione Industria 4.0 del Politecnico di Milano parlano chiaro: se nel 2020 il mercato italiano di Industria 4.0 ha fatto segnare un incremento di valore dell’8% trainato dai forti investimenti in tecnologie IT, il 2021 punta a performance anche migliori. Per quanto non siano ancora disponibili dati certi, la medesima fonte stima (2021) un’ulteriore accelerazione della spesa, compresa tra il +12% e il +15% rispetto all’anno precedente. Ancora una volta, tecnologie IT in grande ascesa, con dominio assoluto di Cloud Manufacturing (+25-30%), Advanced Automation (+15-20%) e Advanced HMI (+12-18%), mentre Industrial IoT, vero punto saldo di Industria 4.0, inizia a cedere terreno per via della sua diffusione già pervasiva.

Il vero protagonista del 2021 è lo Smart Working

Allontanandoci – ma solo temporaneamente – dallo shopfloor, il 2021 è stato l’anno della definitiva consacrazione del modello di lavoro agile. Uscito dalla fase emergenziale dell’anno precedente, che aveva visto i 570mila Smart Worker del 2019 diventare 6 milioni in poche settimane, lo Smart Working sta plasmando nuove dinamiche ibride di lavoro, fondate sulla commistione di esperienze fisiche (ufficio) e virtuali (piattaforme di collaboration, strumenti connessi, video-call ecc). Come da copione, il lavoro agile trova qualche resistenza in assetti culturali e organizzativi non pronti ad accoglierlo ma rappresenta in ogni caso il presente e il futuro del lavoro, anche per le opportunità di efficienza e di saving che apre alle aziende.

Una delle tendenze del momento, di cui si sentirà parlare nel 2022, è l’Industrial Smart Working, tema connesso a quello dello smart manufacturing. Industrial Smart Working vuole portare nel mondo delle operations e della fabbrica il paradigma di lavoro agile, sorretto da una corretta abilitazione tecnologica e da una cultura adeguata. Siamo soliti associare il tema dello Smart Working alla Office Automation, tanto più che nei primi periodi di lockdown sono state proprio le linee produttive e gli impianti logistici ad avere le maggiori tensioni dal punto di vista della continuità del business. Ma la situazione sta cambiando.

Lo Smart Working applicato allo shopfloor: fantascienza o realtà?

La pandemia ha dimostrato quanto la disruption sia reale e le aziende debbano investire in resilienza. Nel contesto della Smart Factory, l’applicazione del paradigma smart potrebbe generare benefici analoghi a quelli del modello di lavoro da ufficio, con in più un vero e proprio abbattimento dei rischi di sicurezza.

Se la teoria è completamente a favore dell’Industrial Smart Working, occorre capire quanto e se questa strada sia praticabile. A onor del vero, molte piattaforme di smart manufacturing, come V-factory di AMADA, stanno procedendo proprio lungo questa direzione, con un percorso graduale ma anche molto efficace. Ciò significa che, sperimentazioni e casi specifici a parte, l’ipotesi di gestire completamente una Smart Factory da remoto è ancora poco praticabile, ma molte attività di supervisione lo sono, ed è proprio in questa direzione che ci si sta muovendo.

Si è detto in apertura che un comparto di Industria 4.0 su cui si stanno concentrando molti investimenti è quelli delle Advanced HMI, ovvero delle interfacce uomo-macchina innovative: la realtà aumentata, per esempio, consente agli operatori e ai responsabili di linea di acquisire le informazioni sulle attività delle macchine e i loro parametri di funzionamento inquadrandole con uno smartphone o adottando un visore virtuale. Inoltre, così facendo è possibile remotizzare il controllo qualità (sempre con visore virtuale), oppure ancora stabilire una connessione diretta tra il supervisore remoto e l’operatore sul campo, così che uno possa impartire istruzioni all’altro e guidarlo in attività complesse senza la necessità di essere presente in fabbrica.

 

V-factory e il controllo remoto del processo produttivo

Siamo partiti da casi d’uso piuttosto specifici, ma più in generale tutto il paradigma Industria 4.0 è fondato su dati e connettività, quindi sull’accesso e il controllo remoto dei sistemi di produzione. Grazie a V-factory di AMADA, oggi non solo è possibile tenere sotto controllo le condizioni di esercizio di una macchina, valutando indicatori fondamentali ai fini delle sue performance, ma anche tutto il ciclo produttivo usando semplicemente uno smartphone, un tablet o un PC. Il sistema, infatti, tiene traccia di tutto: attività svolte, tempi, pezzi realizzati, consumi, tempi di attrezzaggio, utensili impiegati e molto altro, utilizzando questi dati per il monitoraggio in tempo reale e anche per analisi predittive della produttività, tali da identificare eventuali colli di bottiglia ed inefficienze da risolvere al più presto.

Il cloud, dal canto suo, viene impiegato non solo per via della sua scalabilità naturale, che è fondamentale per elaborare enormi volumi di dati e favorire i processi decisionali, ma proprio per permettere una facile accessibilità dall’esterno unita a una solidità unica e livelli di sicurezza in linea, se non migliori, di quelli delle infrastrutture private. Non dimentichiamo che tra i trend di smart manufacturing del 2022 c’è senza dubbio la cyber security, conseguenza diretta della sempre maggiore convergenza tra i mondi IT e OT.

Il risultato finale è la possibilità di supervisionare da remoto l’intero processo produttivo, nonché di intervenire direttamente su singoli segmenti e abilitare fattispecie tipiche di Industria 4.0 come la manutenzione predittiva dei macchinari, che è offerta come servizio gestito dai tecnici AMADA, che uniscono alle competenze specialistiche le capacità di monitorare h24 i macchinari presenti nelle fabbriche dei clienti. In questo modo, AMADA può intervenire – rigorosamente in forma smart - con attività di manutenzione solo quando necessarie e prima che si verifichi il guasto vero e proprio.