Piegatura lamiera: come valorizzare le competenze e creare un ambiente produttivo

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Secondo uno studio di Deloitte e The Manufacturing*, entro il 2030 ci saranno 2.1 milioni di posizioni vacanti nell’ambito della produzione industriale americana, per un costo complessivo di 1.000 miliardi di dollari derivanti dall’incapacità di soddisfare la domanda. Curiosamente, i produttori affermano che trovare le giuste professionalità sia sempre più difficile (del 36% in più rispetto all’era pre-pandemica) e che lo sia anche trattenere i talenti migliori. Tutto ciò alimenta il fenomeno dello Skill Gap, ovvero il disallineamento tra le competenze richieste dalla domanda e quelle offerte dal mercato. Disallineamento che, come anticipato, può essere costosissimo per l’intero comparto.

Lo Skill Gap nella piegatura della lamiera

Lo Skill Gap è particolarmente sentito nel mondo della piegatura della lamiera, laddove trovare addetti qualificati e trattenerli in azienda è sempre stato difficile. Tra i motivi, la complessità di programmazione delle macchine, oltre a tutte le competenze specifiche legate agli aspetti esecutivi del proprio ruolo. La programmazione di una pressa piegatrice ha infatti sempre richiesto competenze tecniche importanti, di cui il mercato era ed è avaro. Spesso, tali competenze si acquisiscono con anni di esperienza, il che rende il piegatore esperto una figura molto rara e un patrimonio di valore inestimabile per molte aziende.

La soluzione: valorizzare competenze ed esperienza

Come fronteggiare al meglio un problema che non si risolverà da sé nel corso del tempo? La risposta più intuitiva, ma pur sempre valida, è il forte investimento in formazione interna. Il beneficio di un percorso di apprendimento continuo è l’autonomia degli addetti, che possono essere in grado di programmare e produrre a seconda dei progetti e delle esigenze contingenti.

Seconda possibilità, che non esclude bensì rafforza la precedente, è la massima valorizzazione delle competenze e dell’esperienza, un principio logico ma non sempre messo in pratica. L’ipotesi più interessante, che peraltro ha un forte impatto anche sull’efficienza produttiva, consiste nel programmare le macchine offline, ma soprattutto consentire ai piegatori esperti di programmarne più di una per volta e di distribuire i vari programmi su diverse macchine a seconda delle esigenze e delle commesse.

Questo tipo di approccio offre svariati benefici: l’esperienza dell’operatore è valorizzata al massimo, la qualità delle lavorazioni si mantiene elevatissima e gli operatori meno esperti vengono guidati nella fase esecutiva, acquisendo a loro volta competenze utili per le lavorazioni successive. Inoltre, l’azienda subisce meno lo Skill Gap, può valorizzare al meglio i propri operatori e accompagnare progressivamente i nuovi innesti verso la propria evoluzione professionale.

Affinché questo approccio possa essere tradotto in termini pratici, deve essere supportato pienamente dal software di gestione del processo di piegatura. È il caso di HRB-ATC e del software VPSS 3i Bend (Virtual Prototype Simulation System), che permette appunto la programmazione offline della piegatura e si interfaccia con le altre soluzioni di AMADA per ottimizzare l’intero flusso produttivo. Nel caso di HBR-ATC, tutto ciò è ulteriormente semplificato e reso più efficiente dall’impiego di un CN multi-touch di ultima generazione con display da 18,5 pollici di diagonale.

Automazione per trattenere le risorse migliori

Tornando alla ricerca di Deloitte, essa sottolinea come le difficoltà delle aziende non riguardino solo l’acquisizione di talenti, ma anche la loro permanenza in azienda. Anche in quest’ambito le considerazioni che incidono sulla retention sono moltissime: il salario, l’ambiente di lavoro, i turni, le mansioni e, più in generale, la capacità dell’azienda di creare un’esperienza di lavoro sana, sicura e ingaggiante.

Il fenomeno va affrontato a più livelli, ma sulla creazione di un ambiente sicuro e confortevole incide senza dubbio l’attività di attrezzaggio delle macchine, che non soltanto è costosa per l’azienda, ma notoriamente faticosa per il piegatore, soprattutto nell’era dei micro-lotti. Una macchina come HBR-ATC può aiutare le aziende sotto diversi punti di vista: a massimizzare l’efficienza produttiva, a rendere tempi e costi prevedibili e anche a trattenere i propri talenti migliori. Questi, infatti, non devono più occuparsi di attività ripetitive, stancanti e a minor valore aggiunto, potendosi invece concentrare sullo sviluppo delle proprie competenze e, di riflesso, sulla propria carriera.

*fonte: Deloitte